Ecco finalmente svelato a cosa servono i Dottorati di Ricerca






Il mio caro amico Roberto Longo, Dottore di Ricerca in Misure Meccaniche come me (lui a Bruxelles, io a Padova) ha deciso di mettere a frutto tutti i suoi studi in Ingegneria per mettere in scena un’opera teatrale, da lui completamente scritta, pensata e adattata nel teatro belga dove è avvenuta la prima.

Siamo in Francia, all’ epoca del Re Sole. Sebastian,ancora inesperto come soldato, viene coinvolto inseme ai Camisards guidati da Jean Cavalier in un duro scontro con le guardie del Re. Molti Camisards perdono la vita e Sebastian stesso viene gravemente ferito. Alcuni seguaci di Dreamer lo trovano per caso tra le campagne di Avignon.

Anche a me, come a Roberto Longo ineffabile tomber de femme, è capitata la stessa cosa, con Apologia del piano B e lo spettacolo teatrale omonimo. Cioè gli studi postuniversitari incanalati su sentieri strettamente metodologici e regolamentati hanno sbaragliato verso la creazione più svincolata e sradicata da pugnette mentali pseudouniversitarie. Cazzo significa bene tutto questo non lo so… ma è la creatività, supportata dalla conoscenza necessaria per farla sviluppare, che rende liberi uomini come me e Roberto.
Ai miei tempi (venerdì compio 36 anni e onestamente di ciò non ne sono né felice né addolorato né indifferente), essere dottorando di ricerca in Italia, consentiva di guadagnare la straordinaria cifra di 840 euro mensili. Non so quanto sia oggi la somma corrisposta… tuttavia, con totale delusione, ritengo che sia fortemente sconveniente (in prospettiva di un futuro con gli attributi) diventare in Italia Dottori di Ricerca.

Sono indimenticabili le battute di Roberto Longo in pieno stile woodyalleniano “ci sono due categorie di donne con cui ho a che fare: quelle che mi odiano e quelle che mi disprezzano”, “salve sono Roberto Longo, poeta, musicista e compositore” e altre che non ricordo ora: è un bel pò di tempo che non incontro quello svitato.

Infatti, fondamentalmente, non ci stiamo tanto con la testa io e Longo, però ci piacciamo così perché conosciamo quel piacere esclusivo che è racchiuso nella follia che saltuariamente ci punzecchia. Il tempo così ci scorre addosso come una cascata di miele.

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